Camionisti, forconi e altre faccende.

Scioperano i camionisti, intasano l’autostrada; i pescherecci rimangono in porto; i benzinai incrociano le pompe; gli avvocati si asterranno dalle udienze; i tassisti invadono pacificamente il centro città; i carrozzieri non verniceranno le lamiere.

Mi paiono manifestazioni della disperazione allo stato puro, ottusa e scombussolata, senza che la rappresaglia possa sortire alcuna utilità, alcun effetto da parte di una collettività economicamente e mentalmente sfibrata.

È come randellare un cadavere, propinargli una iniezione di adrenalina endocardiaca sperando che resusciti.

Oppure la speranza è che, come spesso avviene da noi, chi più strepita alla fine ottenga qualcosa, una briciolina in più rispetto al vicino affamato.

Così, ad ogni buon conto, adesso vado in piazza e cago per terra, chissà.

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